Le pagine di William Dozza *



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57 (novembre 08)

 

Salute a tutti.

Il libro sulla Fiat è già in vendita. Ciononostante vi mostrerò la copertina. E’ un bel volume zeppo di novità. Almeno per me. Non sapevo per esempio che Fiat, nel 1919 stava per comprare la ditta Moto Aratrice dell’ingegner Pavesi. Oppure che del modello 702 ne furono costruiti nel 1917 un paio di prototipi, nel 1918 una preserie che viaggiò per dimostrazioni in mezza Italia, quindi una serie definitiva che fu commercializzata dai consorzi agrari a partire dal 1919. Questo e altro...e non voglio togliervi il piacere di leggerlo! La mia storia si ferma al 1960, mentre la parte più recente è stata scritta da Massimo Misley che per una trentina d’anni ha lavorato in Fiat e nessuno meglio di lui conosce il prodotto moderno.


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Sempre all’Eima di Bologna uscirà anche l’annuario 2009 di Macchine Trattori. Non ho ancora la copertina ma so che vi sarà un Massey Ferguson GP 4, il primo trattore a 4 ruote motrici costruito industrialmente. Vale la pena di fare un salto a Bologna perchè, per vedere la prossima edizione bisognerà attendere il 2010!

             

Avevo detto che sarei andato in Germania a vedere un paio di feste e ci sono stato. La prima era a Sundhausen che è un paesino, come dice la parola stessa, a sud di Nordhausen, città nota per la sede storica dei trattori Normag e Orestein & Koppel e anche perchè proprio li, scavate sotto una montagna, c’erano le officine dalle quali uscirono le V1.

L’altra festa era in un castello ad una  ottantina di chilometri verso Dresda. Ne parlerò la prossima occasione

A Sundhausen la festa si svolge ogni due anni su un terreno inerbato di mezzo chilometro quadrato e cintato in quanto l’ingresso è a pagamento. Trattori, circa 400, di tutti i tipi con maggioranza (la regione apparteneva alla zona Est), per quelli costruiti nel dopoguerra nella Germania Orientale come Famo, Nordhausen, Schonebeck, Brandenburg, poi Lanz, Allgaier, Deutz, Hanomag eccetera.

Una parte del terreno, diciamo il 20 per cento, era dedicata alle “bancarelle” diremmo noi, ma molto più grandi e fornite di tutto: ricambi nuovi e usati di tutte le marche, poi riviste, libri e libretti di istruzione, manuali tecnici. Ancora stand gastronomici, antichi mestieri, eccetera.

Un altro 20 per cento era destinato alle tende, alle carovane e alle roulotte degli espositori. La festa cominciava il venerdì sera e andava avanti sino alla domenica sera. Avvicinandomi alla cittadina già al venerdì pomeriggio, avevo notato diverse roulotte trainate da trattori storici sui 40 chilometri l’ora, che si facevano da parte appena c’era uno spazio sufficiente per farsi sorpassare dal traffico normale e non ho pensato sul momento che erano  alcuni di coloro che avrei visto la sera in birreria. A proposito, tra le bancarelle ce n’erano quattro che arrostivano wurstel, mentre una cucina da campo distribuiva “zuppa verde” e uno spiedo arrostiva un intero vitellone. Nel capannone della organizzazione, si poteva mangiare sino ad una certa ora, poi anche ballare al suono di una orchestrina senza tempo.

Nella parte in muratura di una ex fattoria, funzionava un discreto ristorante  e in un capannone ad hoc era sistemato un motore a vapore Lanz che azionava una trebbia e una pressa entrambe poste all’esterno.

 Finisco col contorno, per dire che l’altra parte era destinata alla esposizione o al parcheggio dei trattori, il tutto attorno a due grandi recinti: il primo, quadrato di circa 200 metri di lato all’interno del quale sfilava chi voleva farlo, presentato al microfono da un annunciatore che illustrava le caratteristiche  tecniche e storiche del modello.

Pubblico a centinaia  per lo più costituito da giovani e da famiglie con bambini in carrozzina o sgambettanti tra le bancarelle comprese quelle dello zucchero filato o delle giostrine. Nessun pericolo perchè i trattori circolavano solo nella parte a loro riservata e sempre molto, molto adagio. C’era anche un altro recinto più piccolo, dove ogni trattorista poteva cimentarsi nel traino del tronco: praticamente chi lo trascinava più lontano, partendo dalla stessa base. Dirò che non ho molto capito  quale fosse la regola per cui sorvolo, nonostante ci fosse una nutrita folla di spettatori colti e competenti che facevano tifo.

I trattori venivano iscritti e i proprietari sottoscrivevano una dichiarazione di responsabilità e l’obbligo di attenersi alle indicazioni del “direttore“della festa. Ognuno aveva il suo posto assegnato e ogni cartello illustratore era montato su un supporto di ferro conficcato nel terreno e non “appeso” al veicolo.

Era la prima volta che assistevo ad una festa in Germania e le impressioni che ne ho riportato sono di una grande partecipazione eterogenea e di grande maturità da parte dei partecipanti: tranquilli e colti sul loro prodotto. Un solo partecipante si è permesso di correre un troppo veloce all’interno del recinto: è stato immediatamente richiamato all’ordine  e si è ritirato mogio, mogio nella postazione assegnata.

 


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Carovana d’epoca con ruote gemellate, ma la motrice la dice lunga sulle preferenze storiche e meccaniche del proprietario.

 


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Chiamarle “bancarerelle” è riduttivo. Si tratta di veri e propri stand di ricambi meccanici e di lamierati ricostruiti per sostituire e anche per trasformare modelli agricoli in stradali e via dicendo. Un “espositore” offriva oltre cento articoli per la maggior parte di Lanz e Hanomag.

 


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 Normag del 1950 con motore Farymann monocilindrico a ebollizione da 10 cavalli.

 


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 Parte del recinto dove i trattori potevano sfilare ininterrottamente senza rischi di qualsiasi tipo.

 


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 Un pressapaglia Lanz di dimensioni ridotte ma dal risultato simile alle grandi conosciute.