54 (aprile 2008)
Le carioche sono in libreria.
Finalmente dirà qualcuno ed io sono tra questi. Non vedevo l’ora
di togliermelo dai piedi. Il giorno che sembrava finito, ecco arivare una telefonata, una email, una fotografia di
un veicolo sconosciuto. Che fare? Non lo metto? Poi l’avrò nella
coscienza... Ho aspettato un lunedì
mattino, mi sono messo in tasca i dischetti e ho consegnato tutto all’editore.
Il giorno dopo mi è arrivata
una foto di una cingoletta Venieri restaurata! La metterò nella prossima edizione.
Ci sarà una prossima edizione. Sono riuscito a scovare un centinaio di
costruttori su circa 500, tanti dovrebbero essere stati i meccanici che hanno
costruito oltre 15 mila carioche dal 1935 al 1955.
Il padrone dello storico
C’è stato un convegno che il
Gamae su due argomenti di attualità.
-acquisto e detenzione di un
trattore storico
-assicurazione di un trattore
storico.
L’avvocato Ilaria Codella ha
affermato con leggi, leggine, commi, articoli e via dicendo alla mano che
...”un trattore che abbia esaurito le sue funzioni di tratore agriocolo, quando
passa in mano ad uno che agricoltore non è e non lo usa per coltivare la trerra
ma per puro svago, divertimento, cultura, quel trattotre non è più un trattore
ma un meccanismo come una macchina da cucire, un macina caffè. Non è più un
veicolo sottoposto alle regole specifiche di quel veicolo. E’ diventato come una macchina da cucire.
Si dice, ho il libretto, me
lo intesto, e così si sa che quel trattore è il mio. Se i carabinieri, la GdF
mi chiedono di chi è, se ho il libretto posso dimostrare che è mio. Perchè devi dimostrare? Se ce l’hai e lo hai comprato, dichiaralo e basta. Si
chiama autocertificazione.
Si però per un’automobile...
Non è un’automobile! Un Camion... non è un camion e neppure una motocicletta.
Non è più un veicolo soggetto alle regole dei veicoli che viaggiano sulle
strade di tutti, perchè non possono viaggiare sulle strade di tutti, ma possono
viaggiare solo sulle strade mie e dei miei amici. Strade private. Capito!
Per autocertificarsi occorre
almeno disporre della parola d’onore. Poichè in giro l’onore scarseggia,
diventa opportuno che chi compra si prenda un pezzo di carta sul quale il
venditore dichiara che quel veicolo è il suo e che lo cede; firma, luogo e codice fiscale con fotocopia di un documento.
Il Gamae, nella persona del
suo co-presidete, Renzo Nicolini, ha
preparato una traccia scritta in
burocratichese che propongo ai lettori. Buoni acquisti!
A proposito di richieste
Ricevo parecchie lettere che
mi chiedono le più svariate informazioni alle quali cerco di rispondere secondo
le mie conoscenze. E’ bene chiarire tuttavia che non sono l’ufficio
informazioni del collezionismo italiano. Mettiamoci d’accordo. Non mi si può
chiedere l’ora: ti compri un orologio! Non posso mettermi a spiegare cose
apparse nei libri miei o di qualcun altro. I libri te li compri, li leggi, e
dopo se hai qualche dubbio, chiedi.
Ecco tre esempi ai quali ho
già risposto, che devono servire agli altri.
Mi scrive un ragazzo che mi
chiede quando è stato costruito il suo Ferguson. Dalla matricola risulta nato
nel 1952 e glielo comunico. Passa una settimana e ricevo una letterina...
“Buona sera sono il ragazzo che tempo fà le ha
chiesto l'hanno di fabbricazione del ferguson tef20 , mezzora fà ho acquistato
un om 35- 40r per sul libretto cìè scritto che l'anno di prima matricolazione è
stato il 1960 ma visto il modello non può essere possibile, i dati dell'OM sono
i seguenti: targa MN006867 OMOLOGAZIONE EU06867MAUMN60 TELAIO 06528 ANNO DI
PRIMA MATRICOLAZIONE 1960.
In attesa di un sua...
Passa
circa un’ora e arriva un’altra letterina
“Buon giorno... Le aggiungo altre due macchine
che fanno parte dei miei trattori d'epoca di cui non conosco l'anno di
fabbricazione.
FIAT 55L N°----TELAIO 512983 TARGA UMA MN 25207
TARGATA MN 6097 FERGUSON TEF 20 TARGHETTA LATO SINISTRO COFANO N° 4938 TELAIO
277588 TARGHETTA VICINO VOLANTE. In attesa di una sua risposta la ringrazio
tanto .
Saluti...
Ragazzo
mio, non sono un astrologo. Per quanto riguarda l’OM, dai dati che si possono
trovare nel mio libro Trattori Classici Italiani, questo modello, risulta
costruito dal 1952 al 1957. Il resto non dipende da me. Ci sono molte ragioni per le quali un
trattore viene immatricolato dopo diverso tempo. Riflettici sopra e vedrai che
saltano fuori.
Per
quanto riguarda il Fiat 55L e l’altro Ferguson, mi spiace, ma non posso
onestamente farmi carico di ricerche che richiedono un certo tempo tempo.
Carissimo Dozza,
le scrivo in quanto sono un giovane
ventiquattrenne appassionato di trattori d'epoca e risiedo nella provincia di
Parma e da circa un anno ho incominciato ad acquistarne qualcuno..
Ieri ho acquistato una Carioca "Del
monte" restaurato con libretto e ben funzionante.
Ma purtroppo ho parecchi dubbi che non mi
fanno domire la notte!!!!!!!!
Vorrei informazioni più precise sui
modelli "ammesso che esistano", le colorazioni, sono tutti di colore
blu/celeste, ma le ruote possono essere rosse o bianche come mai? Con che
criterio? Ho visto alcuni Del monte che riportavano
anche le filettature decorative sui parafanghi, e altri no, come mai? sono
modelli diversi? Il mio ha il cambio a 4 marce
ed uno strano compressore sulla sinistra che non riesco proprio a capire a che
cosa serva! E le serigrafie riportate sui fianchi come erano? Esiste qualche foto?
Esiste qualcosa tipo depliant ecc che
possa dare informazioni corrette su come erano questi trattori in origine?
Caro amico,
Se non riesce a
dormire per così poco sarà bene che rinunci a raccogliere trattori e in
particolare carioche come le Dal Monte.
Sino agli anni 60,
in Italia, escluso Fiat e Om, i trattori venivano prodotti in piccole serie: 25,
50, massimo 100. Tra una serie ed un’altra era facile e normale che vi fossero
delle differenze: il ritardo di una consegna di un colore, il tentativo di
migliorare un particolare o di rendere più snello un montaggio o uno smontaggio
erano all’ordine del giorno. Nessuno si preoccupava se le ruote erano rosse o
bianche e per quanto riguarda, nella fattispecie i filetti sui parafanghi delle
Del Monte, potrebbe averli fatti il decoratore di sua iniziativa per
valorizzare i proprio lavoro, oppure quando, terminata la verniciatura, gli
rimaneva ancora un pò di tempo prima che suonasse la campana e non se la
sentiva di bighellonare. Nessuno rida a queste mie considerazioni. Stiamo
parlando degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, quando ogni decoratore si
sentiva un pittore e ogni fabbro un meccanico! L’artigiano si sentiva un
artista e dava il meglio per abbellire il suo oggetto, senza guardare al tempo
occorrente per realizzarlo. L”’opera” doveva essere perfetta, compatibilmente
coi mezzi di cui disponeva, ogni
“pezzo” unico e il tempo impiegato ininfluente. Il prezzo era in
funzione di mandare avanti l’officina con un margine per consentire alla famiglia una vita decorosa.
Non molto diversa
l’organizzazione industriale dove (a parte quella di Stato come Ansaldo, Breda,
Motomeccanica e Oto), ci sono artigiani che hanno aumentato la produzione ma
che sono ancora legati al piacere di fare un bel prodotto, che duri, che
piaccia. Ferruccio Lamborghini, Nello Salsapariglia, Adelmo Lombardini, James Landini,
Giovanni Carraro, Ferdinando Venieri, Giovanni
e Lorenzo Rossi, Giovanni Zandonà, sono alcuni dei grandi nomi di quel
periodo.
Per quanto riguarda
la Del Monte, i depliant che avevo li ho pubblicati nel libro delle carioche.
Ed derano in bianco e nero!
In bocca al lupo!
E adesso le telefonate!
Ho un trattore Fiat ( o Lamborghini, Same, Ford, Ferguson,Hanomag,Farmall,
poco importa la marca), vorrei saper cosa
può valere.
Senza dirmi il modello (al
massimo mi dice che ha le ruote ed è verde, o giallo, o che l’ha comprato suo
babbo...). Così, io dovrei “vedere per
telefono” quel veicolo e deciderne il prezzo.
Ma anche se mi dicesse il
modello, lo stato, la matricola e altro, mi rifiuto di fare dei prezzi! Dopo
varie insistenze poi cedo, ma so di sbagliare e non lo farò più.
Il prezzo è una cosa delicata
e varia da una somma di componenti che ho scritto nelle mie valutazioni
“ufficiali” e che nessuno legge. Basta.
Forum-macchine.it
E’ un sito su internet dove
si parla di storia delle macchine agricole. A suo tempo ho risposto volentieri
a domande che mi parevano serie e sensate. Col tempo le cose sono cambiate. C’è
uno che chiede: “Ho uno Slanzi mod....Dove poso trovare ricambi vicino a me?”
Firmato “passerogaio”. Penso di aiutarlo, ma non ha indirizzo. Porca miseria,
chiedi un favore e nascondi la mano. Da
parecchio tempo, e l’ho scritto a chiare lettere, non rispondo più agli
interlocutori anonimi. Non capisco il nascondersi dietro i “coo, cip, sodi8, 6uyor, ruoi33, caspod. Si
tratta di mancanza di palle,affari tuoi, ma dimmi almeno di dove sei: mi basta
la Lombardia, piuttosto che la Calabria. Vuoi stare anonimo dietro al
confessionale? Io non sono un prete!
Ciò che mi spiace e che sono
i giovani che sparano le più impensate, strane, incredibili domande credendo
che tutti siano a loro disposizione per rispondere. Studiate ragazzi sui
documenti; internet serve per completare una cultura, non per crearla.
L’uomo è uscito dalla
barbarie quando ha inventato la scrittura. La TV e internet cercano di abolirla: stiamo tornando
barbari? Malauguratamente Si!