53 (febbraio 2008)
Buona giornata a tutti e ben trovati. Ritorno su queste
pagine dopo un paio di mesi durante i quali mi sono letteralmente isolato per
mettere a punto un libro sulle carioche che fosse gradevole e soprattutto di
comprensibile lettura. Un libro così l’avevo in mente da più di un anno. Per
sei mesi avevo elaborato un progetto di fattibilità dal quale era uscito il
progetto definitivo. Prima di Natale erano pronti testi, foto, tutto. Avrei
potuto andarmene in vacanza per tornare a guardarmi l’impaginato. E invece ho
ributtato per aria tutto, a favore di una nuova impostazione. Non è che fossi
diventato matto, o stupido, è che mi sono reso conto come diventa difficile
spiegare a un lettore qualche cosa che non ha mai visto, della quale non ne ha
mai sentito parlare, lontano un tempo che supera i cinquanta anni di calendario
ma un paio di secoli per tipo di vita.
Parliamoci chiaro, non ero interessato a parlare di carioche
a coloro che le carioche le avevano costruite o usate. Anche se poi ho voluto dedicare
il libro ai cinque costruttori sopravvissuti. Il libro sulle carioche ho voluto
scriverlo per i cinquantenni che non c’erano e che forse ne hanno sentito
parlare e per i giovani d’oggi che non ne sanno nulla. Ma non solo delle
carioche, ma dell’ambiente sociale di quel periodo,della vita che si conduceva.
Mi sono rimaste impresse le parole del figlio di un
meccanico. “Mio padre non se la sentiva di fare una carioca. Ne aveva viste,
ma non ne aveva mai fatte. Temeva di fare brutta figura, ma poi il contadino
ritornò portando a mia madre mezzo sacco di farina, delle uova e un pezzo di
lardo. Era l’acconto per la carioca, disse e se ne andò. Eravamo in nove:
quattro ragazzini, i nonni e un anziano zio scapolo. Era il 1943, tutto era
razionato e avevamo tutti una gran fame. A sera tornò mio padre e disse che
bisognava restituire quel ben di Dio. Poi incontrò i nostri occhi, mandò giù un
boccone e passò in officina dove disegnò per tutta la notte. Di carioche ne
costruì diverse, una delle quali la vedo ancora oggi, ogni tanto, a qualche
manifestazione storica e mi viene ancora un nodo allo stomaco!”
Di carioche ne sono state costruite oltre 15 mila da circa
4-500 meccanici. Ho individuato circa un centinaio di costruttori. Conto che
l’uscita del libro possa farne emergere almeno altrettanti.
TREBBIATRICI ITALIANE
Se il libro sulle carioche sarà nelle librerie tra circa un
paio di mesi, già da oggi si può trovare il tanto atteso volume di Franco
Zampicinini “Trebbiatrici Italiane” sul quale l’autore ci ha lavorato per una
decina di anni, giorno più, giorno meno. L’amico Zampicinini me ne aveva
mandato una parte chiedendomi una presentazione, cosa che avevo fatto
volentieri.
Si tratta di un libro di storia e di tecnica che si legge
come un romanzo.
Ne parlerò più a lungo in seguito. Per ora vi annuncio la
disponibilità
FIERA DI VERONA
Sono riuscito a trovare una mezza giornata per andare a
Verona per non perdermi lo spettacolo di tante macchine tutte insieme. Moderne,
ma insomma, sono sempre macchine.
Quest'anno le macchine storiche, che prima erano piazzate
all’ingresso, sono state sistemate in fondo ad un capannone, mute come pesci.
Salvo un Velite, fuori del portone il quale, messo in moto ogni tanto, fungeva
come richiamo delle anatre che sono corse numerose.
Macchine interessanti curate dal solito Lorenzo Nicolis che
saluto. Purtroppo avevano il cartello al collo e mi sono, rifiutato di
fotografarle. Cosa detta e risaputa. Se c’è qualcuno che non capisce che il
cartello appeso davanti deturpa e offende un qualsiasi oggetto in mostra... Mi
spiace per lui! E questo vale per tutti.
Una sorpresa c’è stata. E anche piacevole. Lo stand CNH
presentava una Fiat 700A la cui matricola diceva d’essere nata esattamente 80
anni orsono. Complimenti a Fiat, la sola Casa che abbia esposto un pezzo della
sua nobile storia. Sullo stand capeggiava poi una grande scritta: “tradizione”.
Ciò potrebbe far pensare che la casa torinese, oramai internazionalizzata, stia
pensando di rinverdire le sue origini nel settore. Se così fosse, sarebbe una gran bella notizia per il
collezionismo italiano e non solo. Mi auguro che la rondine vista allo stand
Fiat possa portare la primavera in casa CNH. Tanto per mettere avanti le mani,
comincio a dar giù la polvere al 25R a petrolio.