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(Dicembre 2007)
Ottima salute a tutti. Avete fatto il vaccino
dell’influenza? Fatelo!
Non ci siamo sentiti per un pò per via che negli ultimi tre
mesi ho dovuto consegnare un libro e mezzo!
Il libro intero è quello sulle Carioche, mentre quello a
metà, è l’annuario di Macchine Trattori.
Per le Carioche ho dovuto individuare con precisione e con
documenti alla mano, il periodo della
loro nascita che va dalla metà degli anni Trenta sino alla metà degli anni
Cinquanta. Vent’anni durante i quali si è visto di tutto e di più.
Per cominciare, le carioche non sono figlie della guerra
mondiale; esplosero sì nel dopoguerra a causa dei residuati militari degli
eserciti che invasero il paese, dei quali, sia ben chiaro, ne avremmo fatto
volentieri a meno. .
La crisi che portò
alla costruzione delle carioche nacque prima, assieme ai sogni di grandezza del
fascismo. Nel 1935 facemmo guerra al Negus, buttando risorse umane e
finanziarie perchè qualcuno potesse dire di avere un impero che ci costò
lacrime e sangue. Nel 1937 inviammo in Spagna 70 mila soldati con armi e
armamenti anche pesanti, Nel 1940 l’”Imperatore e il suo Maresciallo” ci
cacciarono nel brutto imbroglio della guerra mondiale.
Il disavanzo pubblico degli anni 1934 -1935 fu di oltre 2
miliardi di lire, nel 36-37 fu di 16 miliardi e nel 38-39 di 28 miliardi di
lire di allora. La svalutazione della moneta effettuata nel 1936 e nel
1937 aumentò il costo della vita del 20
per cento.
Questa la situazione che ho cercato di documentare nel libro per far comprendere il fenomeno in tutta la sua dimensione.
Si era pensato sino a poco tempo fa che le carioche (o “derivate” come li chiamava la burocrazia
dell’Uma) fossero circa 6-7 mila (dati relativi al 1947). Ho rintracciato un
documento che dichiara come, nel 1955, erano più di 15 mila!
Si parlava di 150 costruttori, ma in realtà furono molti più
del doppio.
Per il libro ne ho individuato un centinaio. Ho fatto decine
e decine di interviste telefoniche e ad
un certo punto si è innestata una specie di catena di Santantonio.
“Guardi che ad Argenta c’era anche un certo Empedocle
Bossoni, un meccanico che faceva carioche”. Mi dicevano, e io a cercare un
telefono con quel cognome e se trovavo un Agamennone, era il figlio il quale mi
diceva che il babbo aveva lavorato anche per un certo periodo con Liborio
Martazzini che poi andò ad Argelato a costruire anche lui carioche. E così
via... Attenzione, non cercateli; i cognomi e i luoghi sono finti, ma i nomi
sono autentici.
Per quanto riguarda l’annuario Macchine Trattori d’Epoca
edizione 2008 ho dovuto individuare e illustrare con fotografie tutti i
trattori che compiono 100 (fortunatamente uno solo) e 50 anni (una trentina).
Poi c’era l’aggiornamento della valutazioni e
altre cosette. Fortunatamente mi è venuto in aiuto Vincenzo di Michele
con una dotta trattazione circa la circolazione su strada dei trattori storici.
La copertina di quest’anno è dedicata al Landini L45 semicingolato.
MAIRANO E PONTIROLO: due feste “giuste”
In quest’ultimo scorcio dell’anno ci sono state due
manifestazioni che mi piace ricordare. Entrambe sono alla prima edizione, ma
sono partite col piede giusto.
La prima si è svolta
il 23 settembre a Mairano vicino Brescia organizzata dagli “i gnari dei tratur vecc” che, tradotto per
Nicola di Caserta, unico lettore sotto il Po, vuol dire “i ragazzi dei trattori
vecchi”. I gnari hanno collocato la loro festa all’interno della “sagra del
contadino” in modo da ottenere la presenza e l’attenzione anche di coloro che
non si sarebbero mossi per solo i trattori. I veicoli hanno sfiorato il
centinaio con la presenza di appassionati di Lonato, Castenedolo, Montichiari,
Ghedi, insomma hanno mosso la “periferia”. I mezzi erano molto variegati e si
sono viste macchine non comuni come i Minneapolis Moline, lo Zetor 25
conservato così come il Lesa vigneto e un Deutz 3 cilindri, questo restaurato.
Sui trattori non hanno messo i maledetti cartelli. In
compenso hanno donato ai partecipanti un bel fazzoletto campagnolo degli anni
“venti” che oggi chiamano foulard ma che i contadini di allora mettevano
attorno al collo e sulla bocca durante le trebbiatura. Hanno deciso la data per
il prossimo anno. Sarà la terza domenica di settembre e potrà esere messa in
calendario da subito in modo che si sappia nel circondario che quella data è
occupata.
La passeggiata “fuori porta” prevedeva una decina di
chilometri che ogni anno verrà cambiata per fare visita sempre ad una nuova
frazione tra l’entusiasmo degli abitanti.
L’altra festa da tenere d’occhio, perchè partita col piede
giusto, si è svolta il 18 novembre a Pontirolo Nuovo, una cittadina a sud ovest
di Bergamo verso Treviglio. Oltre cinquanta i trattori presenti di tutti i tipi
restaurati o conservati. Alcuni molto interessanti come il Guldner Spessart, il
Renoult Super, lo Zetor 25°. TRa i conservati, un Oto 18, un Allgaier, un
piccolo Holder.
La manifestazione, che si inseriva nella festa del
Ringraziamento dei Coltivatori diretti,
prevedeva una sfilata per raggiungere la piazza principale dove sono state
servite caldarroste e vin brulè. L’amministrazione comunale con in testa il
sindaco Pierangelo Bertocchi, ha premiato il trattore giunto da più lontano
(sopra Como), il trattore meglio consrvato (un Sametto 22-19) e il mioglior
restaurato (il Super Cassani DA 47 DT, rimesso a nuovo da Maroni).
Ho visto all’opera molti giovani con tanta voglia di fare in
modo serio. Stanno già pensando cosa fare per l’anno prossimo alla stessa data
che non sia una ripetizione. Il problema è di tutti, fortunato chi riesce a
trovare qualcosa di interessante e coinvolgente.
Da oggi dò i numeri!
Così scherzando mi sono accorto di essere arrivato al
cinquantesimo incontro che sino ad oggi ha portato il nome del mese. Ho pensato
di numerarli, come le cose serie. Questo infatti è il 51esimo. Evviva!