Buon Natale!
Deutz-Fahr chi è.
Per capirci meglio: Lampada svedese o
lampada di riscaldamento.
Buon Natale
Buon Natale! E che sia veramente “buono” e non una frase
fatta che si ripete perché tanto la dicono tutti.
Buon Natale! Una volta ero solito aggiungere “e che tutti i
giorni che verranno siano tutti giorni di natale!” Perché la parola natale evocava famiglia, casa,
festa, pranzo anche, pace, felicità e tutto quanto di piacevole uno riusciva a
metterci dentro. Ricordate? “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Oggi
una parte degli uomini di questa terra sta facendo la guerra all’altra parte;
la sta uccidendo con le bombe ma non solo. Sono in atto omicidi alimentari,
finanziari, commerciali, mediatici. Non è una questione di danaro che in fondo
potrebbe esser soddisfatta (basta stamparli i soldi), ma è la voglia del potere
che rende costantemente insoddisfatti coloro che lo detengono, inseguiti come
sono da quelli che lo vogliono, costi quello che costi.
Il mondo è diventato ultimamente un brutto paese per
abitarci ma, per ora, non ne vedo uno migliore. Aspetto con ansia il momento in
cui tutti quelli che corrono per il potere, per soggiogare in varie misura gli
altri, si scontrino uno con l’altro lungo l’autostrada della vita. Rimasti a
piedi diventeranno buoni e io passerò prenderli con un rimorchio trainato da un
testacalda. Auguri.
Nell’anno che sta per finire non vedo cose particolarmente
meritevoli da ricordare. Le feste hanno vivacchiato, ma dai sentimenti raccolti
tra gli organizzatori m’è sembrato d’aver individuato un desiderio di
cambiamento verso una miglior comunicazione e un indirizzo più didattico che
festaiolo: apertura alle scolaresche, aratura veramente all’antica,
presentazione storica dei mezzi e delle attività tipo la trebbiatura e via
dicendo. Sembra anche di assistere ad un coinvolgimento più concreto delle
pubbliche amministrazioni. Se così sarà, il 2005 potrebbe diventare l’anno
della svolta.
Il mercato ha vivacchiato per tutte le marche, fatto salvo
per i testacalda i cui prezzi, costantemente in tensione, hanno raggiunto
livelli sproporzionati e pericolosi. Negli ultimi 3-4 anni tutti i trattori
hanno fatto registrare un incremento di valore del 30-40 e più per cento. Si
pensi a quei mezzi che si trovavano nei campi dei demolitori e che si portavano
a casa con 6-7-8 cento mila lire. Oggi con 3-4 cento euro non ti da niente
nessuno. Ma ci sono anche meno trattori che passano di mano!
Delle cose del prossimo anno ne parleremo a gennaio.
Per adesso auguro a tutti un buon Natale di quelli veramente
buoni!
Deutz-Fahr chi è
Rispondo a un giovane
studente di Torino che vorrebbe conoscere la storia della Deutz-Fahr.
Brevemente, perché varrà la pena di tornarci sopra, ecco la storia della
azienda tedesca, ora di proprietà del gruppo Same di Treviglio. Le radici sono
molto lontane; all’inizio c’è la Deutz che prende il nome dal quartiere di
Colonia dove si trova la sua prima
officina fondata da Nicolaus Otto e Eugen Langen, i due geniali tecnici delle
origini della motoristica mondiale. Nella seconda metà del 1800 la Gasmotoren
Fabrik Deutz, è l'azienda che riesce a costruire e a far funzionare il primo
motore a 4 tempi ipotizzato da Nicolaus Otto. Rudolf Diesel vi lavora negli
anni intorno al 1890; i primi trattori vengono costruiti intorno agli anni 10
sui quali il motore a gasolio viene
montato nel 1927.
Nel 1930 la Deutz si unisce alla
Humbodt dando vita alla HD alla quale nel 1938 si aggiunge la ditta Klockner
(KHD) che si specializza nella costruzione di veicoli industriali. Il settore
trattori della KHD assorbe nel 1969 la
Fahr, una piccola ma nobile industria bavarese di trattori e macchine agricole
dalla quale sorge il complesso Deutz-Fahr Agrartechnik che nel 1992 festeggia
la produzione del suo milionesimo trattore.
La società italiana Same di
Treviglio, già in possesso dei marchi Hurlimann e Lamborghini, nel 1995
acquista dal gruppo KHD la divisione
agricola con il marchio Deutz-Fahr dando vita al Same Deutz-Fahr Group, terzo
costruttore europeo di macchine agricole..
Per capirci meglio
Indicare le cose col loro vero nome è molto importante sia
quando parliamo tra di noi, che ci capiamo anche a gesti, sia quando abbiamo
occasione di parlare con coloro che non sono così dentro alle nostre cose.
Già l’argomento
trattori e macchine agricole non è alla portate di tutti; se poi ci mettiamo
anche noi con termini non corretti, va a finire che non ci si capisce più niente.
Usare le parole giuste
ci aiuterà a capirci e a farci capire.
Ogni mese illustrerò
un concetto o una macchina, con l’intento di comprenderci meglio, almeno tra di
noi.
Lampada svedese o
lampada di riscaldamento: veniva così chiamato l’accessorio
specifico per riscaldare la calotta di un motore a testa calda. Essa consiste in un
serbatoio per il combustibile, di una pompa per mettere questo combustibile sotto pressione al fine di farlo uscire con forza attraverso un ugello
e di un tubo per la gasificazione. Esistono dei tipi funzionanti a benzina oppure a petrolio e in questo caso è
previsto un tubo per il riscaldamento del combustibile. Si tratta in pratica della lampada per
lattonieri ma col becco rivolto in alto. Ogni trattore è stato venduto con la lampada sino agli anni 50
quando, con la diffusione del G.P.L. in bombole trasportabili, essa è stata
sostituita da un bruciatore, più
pratico e rapido ma meno poetico.
Perché “svedese”? Il
termine risale probabilmente al primo
decennio del 1900 quando i motori a testa calda più diffusi erano quelli di
origine svedese che, con una decina di costruttori, deteneva in sostanza il
monopolio mondiale.