Le pagine di William Dozza

21/12/04
Dic04

Buon Natale!

Deutz-Fahr chi è.

Per capirci meglio: Lampada svedese o lampada di riscaldamento.

 


Buon Natale

Buon Natale! E che sia veramente “buono” e non una frase fatta che si ripete perché tanto la dicono tutti.

Buon Natale! Una volta ero solito aggiungere “e che tutti i giorni che verranno siano tutti giorni di natale!” Perché  la parola natale evocava famiglia, casa, festa, pranzo anche, pace, felicità e tutto quanto di piacevole uno riusciva a metterci dentro. Ricordate? “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Oggi una parte degli uomini di questa terra sta facendo la guerra all’altra parte; la sta uccidendo con le bombe ma non solo. Sono in atto omicidi alimentari, finanziari, commerciali, mediatici. Non è una questione di danaro che in fondo potrebbe esser soddisfatta (basta stamparli i soldi), ma è la voglia del potere che rende costantemente insoddisfatti coloro che lo detengono, inseguiti come sono da quelli che lo vogliono, costi quello che costi.

Il mondo è diventato ultimamente un brutto paese per abitarci ma, per ora, non ne vedo uno migliore. Aspetto con ansia il momento in cui tutti quelli che corrono per il potere, per soggiogare in varie misura gli altri, si scontrino uno con l’altro lungo l’autostrada della vita. Rimasti a piedi diventeranno buoni e io passerò prenderli con un rimorchio trainato da un testacalda. Auguri.

Nell’anno che sta per finire non vedo cose particolarmente meritevoli da ricordare. Le feste hanno vivacchiato, ma dai sentimenti raccolti tra gli organizzatori m’è sembrato d’aver individuato un desiderio di cambiamento verso una miglior comunicazione e un indirizzo più didattico che festaiolo: apertura alle scolaresche, aratura veramente all’antica, presentazione storica dei mezzi e delle attività tipo la trebbiatura e via dicendo. Sembra anche di assistere ad un coinvolgimento più concreto delle pubbliche amministrazioni. Se così sarà, il 2005 potrebbe diventare l’anno della svolta.

Il mercato ha vivacchiato per tutte le marche, fatto salvo per i testacalda i cui prezzi, costantemente in tensione, hanno raggiunto livelli sproporzionati e pericolosi. Negli ultimi 3-4 anni tutti i trattori hanno fatto registrare un incremento di valore del 30-40 e più per cento. Si pensi a quei mezzi che si trovavano nei campi dei demolitori e che si portavano a casa con 6-7-8 cento mila lire. Oggi con 3-4 cento euro non ti da niente nessuno. Ma ci sono anche meno trattori che passano di mano!

Delle cose del prossimo anno ne parleremo a gennaio.

Per adesso auguro a tutti un buon Natale di quelli veramente buoni!



 

Deutz-Fahr chi è

Rispondo a un giovane studente di Torino che vorrebbe conoscere la storia della Deutz-Fahr. Brevemente, perché varrà la pena di tornarci sopra, ecco la storia della azienda tedesca, ora di proprietà del gruppo Same di Treviglio. Le radici sono molto lontane; all’inizio c’è la Deutz che prende il nome dal quartiere di Colonia dove si trova la sua  prima officina fondata da Nicolaus Otto e Eugen Langen, i due geniali tecnici delle origini della motoristica mondiale. Nella seconda metà del 1800 la Gasmotoren Fabrik Deutz, è l'azienda che riesce a costruire e a far funzionare il primo motore a 4 tempi ipotizzato da Nicolaus Otto. Rudolf Diesel vi lavora negli anni intorno al 1890; i primi trattori vengono costruiti intorno agli anni 10 sui  quali il motore a gasolio viene montato nel 1927.

Nel 1930 la Deutz si unisce alla Humbodt dando vita alla HD alla quale nel 1938 si aggiunge la ditta Klockner (KHD) che si specializza nella costruzione di veicoli industriali. Il settore trattori della  KHD assorbe nel 1969 la Fahr, una piccola ma nobile industria bavarese di trattori e macchine agricole dalla quale sorge il complesso Deutz-Fahr Agrartechnik che nel 1992 festeggia la produzione del suo milionesimo trattore.

La società italiana Same di Treviglio, già in possesso dei marchi Hurlimann e Lamborghini, nel 1995 acquista dal gruppo KHD la  divisione agricola con il marchio Deutz-Fahr dando vita al Same Deutz-Fahr Group, terzo costruttore europeo di macchine agricole..

 

 

Per capirci meglio

Indicare le cose col loro vero nome è molto importante sia quando parliamo tra di noi, che ci capiamo anche a gesti, sia quando abbiamo occasione di parlare con coloro che non sono così dentro alle nostre cose.

Già l’argomento trattori e macchine agricole non è alla portate di tutti; se poi ci mettiamo anche noi con termini non corretti, va a finire che  non ci si capisce più niente.

Usare le parole giuste ci aiuterà a capirci e a farci capire.

Ogni mese illustrerò un concetto o una macchina, con l’intento di comprenderci meglio, almeno tra di noi. 

Lampada svedese o lampada di riscaldamento: veniva così chiamato  l’accessorio  specifico  per  riscaldare la calotta di un  motore a testa calda. Essa consiste in un serbatoio per il combustibile, di una pompa per  mettere questo combustibile sotto pressione al fine di  farlo uscire con forza attraverso un ugello e di un tubo per la gasificazione. Esistono dei tipi funzionanti a benzina  oppure a petrolio e in questo caso è previsto un tubo per il riscaldamento del combustibile.  Si tratta in  pratica  della lampada per lattonieri ma col becco rivolto in alto. Ogni trattore è stato  venduto con la  lampada sino agli  anni 50 quando, con la diffusione del G.P.L. in bombole trasportabili, essa è stata sostituita da un  bruciatore, più pratico e rapido ma meno poetico.

Perché  “svedese”? Il termine risale  probabilmente al primo decennio del 1900 quando i motori a testa calda più diffusi erano quelli di origine svedese che, con una decina di costruttori, deteneva in sostanza il monopolio mondiale.