Le pagine di William Dozza *


26/09/05

Sett05

 

Ritorno al passato

Quelli di Milzano

A proposito di prezzi

La festa di Asti

 

 

Ritorno al passato

Rieccomi di nuovo alla tastiera! Ho scoperto che tutto il casino è stato causato da due fattori:  qualche incomprensione tra Alice e Tiscali e l’antivirus che dava i numeri. La mia cassetta postale è gestita da Tiscali, mentre il postino è Alice. A un certo punto il postino, vuoi per il caldo, vuoi per non so che cosa, ha cominciato a farsi vedere sempre meno e svogliatamente, cercando di portarmi ad aprire una nuova cassetta di posta presso di lei. Ci ho provato ma ho trovato la cosa troppo laboriosa rispetto alla praticità di Tiscali e ho rinunciato a cambiare. Nella discussione dove Tiscali mi scriveva in cinese (in inglese, ma per me è la stessa cosa: voglio ed esigo che mi si parli con la lingua di mio nonno!), e Alice che mi rispondeva più o meno con cortesia, nella discussione, dicevo, si è inserito con prepotenza e tracotanza  l’antivirus che mi proteggeva sì, ma non faceva passare, in arrivo e in partenza, praticamente nulla! E io l’o fatto fuori!

Adesso sono esposto a tutto, anche alla peste dei polli! Sto molto attento ai messaggi che arrivano dall’Asia e aspetto fiducioso il vaccino che sta preparando Storace, ministro della salute, che non sa ancora di quale virus si tratta, ma ci dice che ha provveduto a farlo preparare…Finalmente un ministro che fa ridere!

Allegria! Siamo un popolo di ricchi dove scarseggiano i signori. Ogni giorno ce ne mollano una: se i governanti non la smettono di parlare, un giorno a l’altro soffocheremo per inquinamento intellettuale! 38 italiani su cento hanno votato il Grande Timoniere e adesso dovremo tutti indossare la ciambella di salvataggio. Buon bagno! E che l’acqua non sia troppo fredda!

 

 

Quelli di Milzano

Dopo la prova dell’anno scorso, quest’anno gli organizzatori di Milzano hanno raggiunto la maturità. Hanno organizzato un Campionato di aratura all’antica con un nuovo regolamento: aratri esclusivamente trainati e valutazioni in linea con i campionati europei della categoria. 39 equipaggi ai nastri di partenza dai quali sono usciti i dieci finalisti. Ha vinto un Velite seguito da uno Slanzi “Amico” e da un Superlandini. Come alle Olimpiadi, tutti gli altri hanno partecipato! O così dovrebbe essere.

Voglio fare un passo indietro perché ogni tanto bisogna pur riflettere sulle cose che si sono fatte e si stanno facendo.

Ogni anno, sono oltre un centinaio i raduni di vecchi trattori, raduni  che vanno sotto il nome di “feste contadine”.

Per lo più si tratta di esposizioni, di sfilate, di arature; si arriva anche a trebbiare il grano nella piazza principale del paese.

Generalmente  sono incontri organizzati da anziani operatori del settore che cercano un modo per allungare con questi ricordi la loro giovinezza.

Macchine e trattori sono chiamati a lavorare in silenzio (si fa per dire in silenzio!) di fronte ad un pubblico variegato dove i genitori non sanno cosa rispondere alle domande curiose dei loro figli. Curiosità insoddisfatta,  poiché, per fare un esempio banale, nessuno provvede a spiegare che cosa non stia mai succedendo,  all’interno delle mastodontiche trebbie o il perché di quella viva fiamma posta davanti a un testacalda.

Tigelle, piadine, lambrusco e sangiovese in generale coronano questi incontri. Roba sana, con licenza di sigaretta o di mezzo toscano perché tanto siamo all’aperto.

Da un po’ di tempo, grazie alla pubblicazione di alcune opere sui trattori storici, e alla nascita di riviste che dedicano qualche spazio alla parte  storica delle macchine agricole, alcuni organizzatori hanno compreso che non bastava far vedere, ma che era necessario anche raccontare che cosa gli spettatori stavano guardando.

La provincia di Alessandria fu la prima  amministrazione pubblica che  subordinò il proprio patrocinio all’intervento di uno storico che illustrasse l’intera operazione di trebbiatura. A tutt’oggi sono rarissime le feste con questa impostazione. Cito fra tutte quella presso i Piacentini e quella di Sant’Anna di Calcinato.

Lo scorso anno, alcuni giovani di Milzano con in testa i fratelli Zanini,  pensarono di organizzare la loro festa dando al folclore  uno spessore culturale.

Cominciarono con l’aratura storica, da svolgere secondo i canoni in vigore al tempo durante il quale i trattori avevano realmente lavorato.

Porre l’aratura nel suo solco storico facendogli percorrere a ritroso  una cinquantina d’anni, non fu né semplice e neppure facile.  La cosa fece scalpore e molto discutere; tra l’altro un vitello come primo premio era volutamente  provocatorio!

Da Milzano prese il via la decisione di considerare l’aratura con  i vecchi trattori come un’arte che va svolta con serietà e impegno, e non deve cercare la sola profondità del solco, trasformandosi in una esibizione da circo.

Questo fu un primo passo che spinse ad andare oltre.

Confrontarsi in casa sembrò limitativo e furono presi contatti  con il Club Lanz de France, l’associazione francese che da diversi anni organizza l’aratura all’antica in quel paese. Con qualche lieve modifica necessaria dato l’impasto della nostra terra, è stato adottato il loro già collaudato regolamento, condiviso tra l’altro dagli aratori storici tedeschi.

Per questa ragione da quest’anno (e con una punta di orgoglio), il campionato è diventato “internazionale”, perché vi possono partecipare, con le medesime regole, aratori francesi e tedeschi.

Ci sono già gli inviti per andare a gareggiare in Francia (ma c’è da dire che gli italiani non sono ancora “maturi”!).

L’aratura all’antica è un primo passo per procedere oltre.

In collaborazione con i primi cittadini dei comuni vicino tra i quali Pralboino, sta nascendo l’associazione CIVILTÀ’ CONTADINA DELLA BASSA BRESCIANA.

Compito, tra l’altro, di questo nuovo organismo sarà

- individuare e catalogare i vecchi mestieri contadini,

- raccoglierne gli strumenti e le testimonianze di coloro che li hanno usati.

Non sarà impresa da poco, ma i primi risultati si sono potuti vedere visitando la “festa” che si è svolta in una storica fattoria di Pralboino. Questa fattoria che mostrava ciò che potrebbe diventare l’embrione del futuro museo etnografico della bassa bresciana, è stata visitata da oltre un centinaio di ragazzi delle scuole  accompagnati dai lori insegnanti. Questo è probabilmente l’aspetto più importante e positivo al quale tutte le “feste” devono tendere: investire nel futuro.

Ammetto d’esser un conservatore: mi piace il passato perché è più riposante del presente e mi sembra più sicuro dell’avvenire.

 

 

A proposito di prezzi

Sfoglio come ogni mese  La Manovella  che è la rivista dell’Asi – Automotoclub Storico Italiano, - nella speranza di trovare in vendita la Rolls dei miei sogni: il tipo Dawn, Wraith o Cloud. Scorrendo le pagine di agosto 2005 ho trovato due occasioni di trattori: un Landini L30 (che poi è un modello “30”), ”ristrutturato, cromato, da vetrina, più due rampe in ferro a  euro 6.500”. L’altra offerta riguardava un “McCormick 1961, rosso, perfettamente funzionante, buone condizioni e targa originale, a euro 3.000”. Gli interessati possono trovare anche le fotografie a pagina 142.

Buon acquisto!

 

 

Il festival delle sagre di Asti

Franco Zampicinini sta scrivendo un poderoso libro sulla storia delle trebbie italiane. Nonostante sia preso sino al collo, ha trovato il tempo di andare al Festival delle sagre di Asti.
Ecco il suo resoconto:

 

Da 32 anni la seconda domenica di settembre si svolge ad Asti il Festival delle Sagre, una manifestazione che coinvolge una cinquantina di pro loco della provincia e in grado di richiamare 200 mila persone. Se buona parte di queste sono attratte dagli stand gastronomici, il momento più suggestivo è in realtà la sfilata “Un anno in un giorno”, nel centro della città, che vuole rievocare le tradizioni contadine fra fine Ottocento e metà Novecento. Vi partecipano oltre 3 mila figuranti in costume e ogni pro loco propone uno specifico tema (in genere lo stesso ogni anno): ad esempio il ciclo della canapa, la vinificazione, La macinazione del granoturco, l’acqua,  taglio e commercio della legna, l’intervento dei pompieri contadini. I “tableaux vivants” sono realizzati con grande realismo su grossi carri trainati da trattori d’epoca (o quasi).

Per gli appassionati quella dei trattori rappresenta una sfilata nella sfilata. Quest’anno erano una quarantina i testa calda (un bel Lanz Bulldog, diversi Orsi di vari modelli e tanti Landini), alcuni conservati (con gli acciacchi di anni di lavoro nei campi), altri restaurati più o meno correttamente. C’erano poi una sessantina di trattori del dopoguerra: Oto, Fiat, OM, Same, Lamborghini, Landini, Massey-Ferguson, Eron, Nuffield, Renault, International, un paio di Motomeccanica (il Balilla e un R 802), alcuni simpatici trattorini da fornace (Lugli, Ferri) un motocarro Moto Guzzi Ercole. Anche qui non mancavano esemplari in stato d’uso, alcuni piuttosto malconci, e altri con restauri più o meno curati.

Oltre ai trattori, molto interessante il tema proposto da Palucco, relativo all’evoluzione dell’aratro, dai primi esemplari in legno al moderno trivomere reversibile; molto ammirato l’aratro da gara Kverneland campione nazionale 1991-2000. Notevole anche la serie di antichi carri trainati da buoi e cavalli di Villanova d’Asti.                                                                                                                                                    Franco Zampicinini



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