Le pagine di William Dozza *


30/08/05

Ago05

 

RIECCOMI

SANTIAGO DI COMPOSTELA

LE FESTE: Mezzolara, Sant’Anna, Vézelay.

NUOVO LIBRO !

I COLORI DI UN SAMETTO



RIECCOMI

Scusate il ritardo. Le ragioni sono diverse e complesse. Mi sono preso un mesetto di ferie per andare a fare un giro in Spagna. Sono tornato alla fine di luglio e mi sono trovato il PC invaso dai virus. Una volta pulito e controllato non sono stato capace di collegarmi con Tiscali. Ho cercato di farlo con Alice. Neanche quello. Ho chiesto l’intervento dei tecnici col risultato che dopo quattro settimane attendo ancora. Leggo ciò che mi viene scritto, ma non riesco a rispondere. Qualcuno può pensare che sia diventato maleducato. Falso! Non sono peggiorato, ma neppure migliorato rispetto a prima. Rieccomi con alcune considerazioni veloci per riagguantare il tempo perduto.

 

SANTIAGO DI COMPOSTELA

E’ uno dei tre luoghi sacri del mondo cristiano assieme a Gerusalemme e Roma. La prima è un po’ troppo “calda”, la seconda troppo alla mano. Mi faceva piacere rivedere la Spagna dopo molti anni e l’ho trovata cambiata e in fortissimo sviluppo. Ovvio che mi sia fatto il “Camino di Compostela”, oggi “patrimonio dell’Umanità” sotto il patrocinio dell’Onu.  E’ un sentiero vero, per pedoni o al massimo ciclisti  o  quadrupedi,  che parte dai Pirenei e finisce giusto a Santiago. All’inizio vi sono tre strade e io ho scelto quella che attraversa Roncisvalle per via di Carlomagno, Rolando, la Durlindana, eccetera. Ho attraversato le terre della Navarra e del Leon che ricordavo come lande desolate e mi sono trovato di fronte ad una zona agricola sviluppata in modo da non credere. Sono state livellate colline, spianate brughiere, canalizzati torrenti. Il paesaggio è cambiato: strade allargate e asfaltate, paesini che non sono più quelli della Spagna povera, dignitosa e orgogliosa. Coltivazioni: frumento, e ancora frumento a perdita d’occhio con qualche  frutteto. Le chiese del Camino fortunatamente sono rimaste a stagliarsi contro il cielo; sono abbandonate e senza le campane che aiutino i pellegrini a trovare un tetto per la notte. Sono passati sei – settecento anni!

 

NOLEGGIARE UN CAMPER

Intendendo prendermela con calma ho deciso di utilizzare un camper. A noleggio. Esperienza ottima che rifarei con qualche modifica che suggerisco.

Controllare che vi sia l’aria condizionata, almeno per la parte anteriore. Poi controllate l’assicurazione che deve essere casco completa nel senso che se andate nel fosso o peggio, non vi mangiate la casa. La casco deve prevedere tutto, altrimenti è solo un copricapo! Senza queste condizioni, cambiate noleggiatore. Se non avete un bambino al quale fare un menù speciale ogni giorno, potete andarci anche in automobile. Se poi avete un diesel sappiate che il gasolio in Spagna costa 88,6 centesimi al litro per le auto e 65,4 per i trattori.

 

TRATTORI IN SPAGNA

Di vecchi neanche l’ombra. Ho visto solo un Ebro e un Oliver anni Sessanta. Per il resto moltissimi JD, parecchi Ford, NH, qualche Deutz, moderni, molti dei quali acquistati usati in Francia. Tutti molto provati: ad  occhio e croce sono macchine da 2-3 mila ore l’anno.  La zona che ho attraversato d’altronde era troppo povera perché qualcuno quaranta-cinquanta anni fa potesse permettersi un trattore. Ho visto solo un campo di demolizione ma riguardava macchine movimento terra e qualche camion militare.

La Ebro è una ditta spagnola sorta negli anni Trenta per assemblare camioncini e autovetture Ford. Nel dopoguerra costruì anche trattori su licenza Ford poi di Massey Ferguson. Nel 1975 rilevò la filiale spagnola di Renault. Negli anni Ottanta venne acquistata dalla Nissan, e per un certo tempo costruì i Kubota sino a 75 cavalli.

 

LE FESTE: Mezzolara, Sant’Anna, Vézelay.

Mezzolara ha visto il raduno dei mezzi organizzato per festeggiare il 25esimo  compleanno del Gamae. Presenti un centinaio di trattori alcuni di notevole valenza storica tra i quali il Pavesi P4 agricolo, l’Uranus con motore Muzzi a pistoni contrapposti, Bubba, Landini, Orsi, Calzolari…Tutti o quasi col loro bravo cartello appese il collo come tanti impiccati!

In contemporanea si è svolto un convegno che prevedeva due temi: ”sicurezza alla guida di un trattore” e “procedure  di immatricolazione e trasferimento di proprietà”. Argomenti molto interessanti ma di difficile soluzione: come si fa a mettere un roll bar su un testacalda; come ci si può immatricolare un trattore agricolo senza essere agricoltori? Non c’è stata risposta.  

 

A sant’Anna di Calcinato, vicino a Brescia, un gruppo di simpatici e laboriosi ragazzi, ha organizzato una festa agricola allo scopo di raccogliere fondi per il restauro di una chiesetta di Sant’Anna appunto. Si sono dati da fare per raccogliere dai vari appassionati l’intera gamma Landini e questo è già un bel successo. Mancavano solo i due vasca ma in compenso c’erano tutti gli altri. Poi il meccanismo della trebbiatura è stata illustrata ai presenti sia tecnicamente che da un punto di vista storico e questo ha contribuito a far capire cosa stavano guardando. Nelle sue piccole dimensioni la festa di Sant’Anna  ha portato un suo non trascurabile  contributo alla conoscenza della storia della meccanica agraria. Ci tengo a citarla questa festa a dimostrazione che spesso basta un po’ di buona volontà per fare delle cose fatte bene. Bravi!

 

Vézelay. Lo sanno oramai tutti che vado in Francia volentieri perché apprezzo  moltissimo l’approccio che i francesi hanno nei confronti di qualsiasi cosa che decidano di collezionare. Non sono disposti a svenarsi per avere un trattore raro ma sanno valorizzare ciò che possiedono e cercano di dare sempre un “taglio” realistico alle loro manifestazioni. Per esempio, vicino a Vézelay, ai bordi del parco naturale del Morvan, organizzano ogni anno una festa che ripropone la vita della campagna francese di un centinaio di anni fa. La festa  viene organizzata in un campo dove si può trovare di tutto: sgranatoi manuali, ventilabri funzionanti col gioco di animali, trebbie mosse da un cavallo su un tappeto  mobile oppure da una locomobile a vapore. Falciatrici e voltafieno a cavalli, carri a due e quattro ruote con traino di buoi. Donne in costume cucinano frittelle che si possono acquistare mentre li stanno facendo, così come con 2 euro potete farvi un bicchierino di grappa che scende da un alambicco. Con qualche euro in più potete anche aspettare che vi intaglino un paio di zoccoli su misura. Non sono certo che vi fosse anche un sarto per farmi un paio di pantaloni su misura!  Di trattori, due! Un Vierzon testacalda e un Vendeuvre diesel degli anni Cinquanta. L’idea non è lo sfoggio dei mezzi meccanici ma la vita dei contadini. Istruttivo e copiabile.   

 

NUOVO LIBRO

Dai primi di settembre dovrebbe essere pronto un mio nuovo libro. Il titolo è “Trattori classici italiani – i documenti”. 190 pagine contenenti la riproduzione di pubblicità, depliant cataloghi di trattori italiani dalle origini sino alla fine degli anni Cinquanta. L’editore è il solito Nada e la reperibilità è garantita presso la libreria dell’automobile  di Milano e Roma e presso le solite librerie specializzate.

Alla base di questo volume c’è il desiderio di dare ai collezionisti un documento per il corretto restauro dei loro trattori. Ho cercato di privilegiare gli aspetti tecnici come spaccati, disegni  meccanici, caratteristiche tecniche che diventano ogni giorno più preziose per quei trattori che sono sul terreno da oltre cinquant’anni e che nel frattempo hanno subito trasformazioni e modifiche. Le misure dei pneumatici sono un aspetto trascurato ma importante per ridare alla macchina la sua conformazione d’epoca. Sono convinto che sia un buon lavoro e auguro a tutti una buona lettura. Fatemi sapere come lo avete trovato…

 

 

I COLORI DI UN SAMETTO

A proposito di colori, mi è stato regalato un Sametto (che c’è di strano: chi regala gioielli, chi pellicce, e c’è anche qualcuno che regala Sametti!), che ho dovuto far rimettere in ordine e verniciare per poter fare un servizio fotografico. sul cofano c’è scritto “Sametto 120, 21 HP”; carro e cofano sono della serie DA. I colori sono: grigio  la meccanica e arancio il cofano, i parafanghi, il piantone dello sterzo e le ruote. Alfredo che ha provveduto alla verniciatura mi ha fatto presente che piantone e frangia delle anteriori sono grigi. Un depliant originale dell’epoca (Mod 319 – II, 60) dice arancio e li ho fatti fare arancio. Probabilmente avrò le critiche di D’Achille e di Maroni ma io avrò il depliant da sbattergli sotto il naso! Il collezionismo è fatto anche di questi piccoli dettagli!

 

POSTA INEVASA

Dicevo all’inizio che ricevo e leggo (a volte, ma non sempre) la posta ma non riesco a rispondere. Mi spiace per James Wittè, Fabrizio Castagno, Giancarlo de Santis, G. Tardioli, Luigi Mezzalira e altri. Appena mi aggiusteranno la macchina lo farò. Grazie in anticipo per la pazienza!

 

 

 



* William Dozza, giornalista e scrittore di storia della meccanizzazione agraria. Scrive per le riviste "Macchine Trattori", "MAD", "Vita in Campagna", "Materiel Agricole-Passion et Collection". Ha pubblicato due volumi per Giorgio Nada Editore: "Trattori testacalda italiani" (anno 2000) e "Trattori classici italiani 1911/1955" (anno 2004). e-mail: williamdozza@tiscalinet.it
Cell. 335-467567