Le pagine di William Dozza

30/03/05

Gen05

Parigi è sempre Parigi

Che bordello il SIMA!

Milzano sta insegnando

Cortemaggiore Ok

Rimboccarsi le maniche

 

PARIGI E’ SEMPRE PARIGI!

Grandiosa la capitale francese sotto la neve! Che neve e che emozione! Prendete un quadro di Utrillo e gettateci sopra una manciata di borotalco: questa è l’immagine della Parigi sotto la neve del due di marzo del duemilacinque! Sono circa le 6 del pomeriggio: non è più giorno e nemmeno sera, una luce gelida folleggia sui buolevard distribuendo manciate di grumi ghiacciati. Tre, dieci, venti folate capricciose a sollevar gonne e scalzar cappelli, poi, d’un tratto, spento improvvisamente il vento, la quiete irreale dell’ignoto. Non si sa cosa possa capitare perché non si sa cosa stia succedendo.  Ed ecco, come quando si apre un sacchetto di pop corn, scendere dal cielo, muta, la neve in larghi fiocchi, e tutto intorno diventa bianco, e la quiete si fa sempre più silenziosa man mano che il manto di neve diventa più consistente. I passanti non ancora bianchi, che altrimenti non potrebbero essere visti, ti sfiorano senza rumore quasi camminassero sull’aria. Mi fermo a una vetrina e l’occhio va su una commessa che sta proponendo un portafogli; non odo, ma osservo l’arte mimica, quasi una danza, che la venditrice compie per convincere il compratore… Parigi, Parigi. Se amate qualcuno, portatelo a Parigi e fate in modo che ciò avvenga sotto la neve! Non c’è nulla al mondo di più dolce, di più struggente, di più romantico...

Sono in città per via che sto cercando una cosa da portare al mio editore francese che mi ha inaspettatamente invitato a cena a casa sua, ai bordi del bois de Boulogne, che è un grande bosco  alle porte della città. Siamo una vivace brigata: tre francesi, un paio di tedeschi, un fiammingo, uno spagnolo e un inglese, tutte le truppe del giornalismo storico dell’Europa delle macchine e dei trattori agricoli. Si progetta una rivista storica della meccanizzazione agricola da editarsi in più lingue e, dopo lunghe e faticose discussioni, si finisce col buttare il progetto nel caminetto. Della cosa se ne riparlerà il prossimo anno da me, sul Garda, in occasione della fiera di Verona.

Progetti editoriali tanti perché sembra che i libri sull’argomento macchine e storia si vendano molto bene e fra questi, oltre ai trattori, i camion, i pullman, i commerciali leggeri, il movimento terra, i motori…

Fuori nevica come se avesse appena cominciato. La casa è dentro al bosco, in mezzo gli alberi. La neve si arresta un momento sugli aghi dei pini per ricadere greve ai bordi delle porte vetrate ed è come essere accucciati ai piedi di un tronco se non fosse per il dolce tepore del caminetto. Caminetto? 600 metri quadrati di casa col solo caminetto?

“Non siamo collegati col gas di città e siamo costretti a impiegare il gasolio che costa  una cifra”

I francesi sono un po’ pidocchi e non ci faccio caso, sino a quando un tedesco dice che anche da loro il gasolio è caro e che fortunati sono i fiamminghi e gli inglesi.

-“Cosa costa il gasolio qui”, chiedo. …

-“Arriva anche a 500 euro per 1000 litri, mentre in Belgio e al di la della Manica è a 400 e in Germania a 450”…

-“Siete matti, io lo pago più del doppio!”

-“Impossibile, sei il solito italiano che si lamenta!”

Mi hanno preso per un bugiardo e mi sono accorto che da quel momento hanno cominciato a tener d’occhio  l’argenteria.

Ritornato in Italia ho inviato a tutti una e-mail con allegata al fotocopia della fattura. Tra le altre risposte che non dico, quella più spiritosa è stata “ Da qualche parte dovrai pur spendere i soldi che Berlusconi ti ha tolto dalle tasse, no?”

 

CHE BORDELLO IL SIMA!

Sono stato a Parigi per il Sima che è il salone biennale della meccanizzazione agricola europea, in alternativa a Verona che si svolgerà il prossimo anno. L’esposizione si articola in diversi saloni collegati tra di loro in modo non sempre comprensibile. Tutto è grande e la gente tanta. Giovani anche ma non scolaresche e molti interessati a qualche macchina, attrezzo, tempo di consegna, facilitazioni di acquisto e via dicendo.

Ho visto tante cose che non sto a dire perché ci sono le riviste specializzate che lo fanno molto meglio di me. Ho guardato, cercato, trovato parecchie cose e ho visto molti operatori italiani complessivamente soddisfatti. Sono capitato in qualche stand che mi interessava ,ma quando ho cercato lo stand del Lanz Club de France che esponeva trattori storici, accessori e documentazione di ogni sorta, allora mi sono trovato nei guai. Perché l’esposizione è grande ma sistemata in modo che peggiore non si può. I vari saloni sono identificati con delle lettere così come i corridoi, mentre gli stand portano un numero che generalmente non si vede. Poi qualche  azienda occupa più stand e interrompe il corridoio che bisogna andare a ripescare  chissà dove…

Non sono un novellino; di fiere ne ho frequentate a centinaia in tutte le parti del mondo ma un casino del genere non l’avevo mai visto prima! Numerosi i punti di informazione: per due volte mi hanno mandato dalla parte sbagliata! Numerose le cartine planimetriche: ma in nessuna (sottolineo nessuna di quelle di cui avevo necessità), era indicato il punto in cui mi trovavo per orizzontarmi. Peccato, dai francesi non mi aspettavo una simile disorganizzazione. E la chiamano “mondial”. Aggiungerei del “bordel”!

 

MILZANO STA INSEGNANDO - ARATURA ALL’ANTICA

Milzano ha la sua “pro loco” con Marco Zanini alla presidenza. Sono andato alla presentazione del programma per il 2005, programma molto ambizioso che prevede in primo luogo una serie di quattro conferenze, da tenersi in concomitanza con le stagioni, del tipo “L’estate di una volta, come eravamo”. E’ prevista una introduzione storica e le testimonianze di coloro che c’erano.

L’altra iniziativa riguarda un programma didattico per le scuole di ogni grado che prevede per il primo anno l’argomento della meccanizzazione agraria. L’impostazione sarà questa:

1-strumenti e macchine per la lavorazione del terreno

2-macchine per la semina e la raccolta

3-macchine per la prima lavorazione del prodotto

4-trattori e motori agricoli.

E’ in via di allestimento un locale  che vedrà radunati tutti gli strumenti di uso agricolo utilizzati nelle cascine negli ultimi cento e più anni.

Tra i momenti storici più sentiti, la mietitura del frumento alla maniera antica (a mano, con la falciatrice munita di apparecchio specifico e con la mietilega), la trebbiatura sull’aia e l’aratura in notturna. 

Era presente  Mariastella Gelmini, assessore all’agricoltura della Provincia di Brescia (e in odore di Regione), la quale, di fronte ad un programma di questo spessore culturale, non ha potuto esimersi dal dare il patrocinio del proprio ufficio. Da notare che è (“sarebbe” perché la cosa non è ancora stata ufficializzata e si sa che quando ci sono di messo le elezioni, le promesse…), la prima volta che una Provincia sponsorizza attività di questo tipo.

Per l’aratura tradizionale o all’antica, quest’anno si applicherà il regolamento europeo, in modo che, in prospettiva, si potrà dar luogo ad un campionato tra le varie nazioni d’Europa che già praticano questa specialità.

Rispetto lo scorso anno, il cambiamento più sostanziale riguarda l’aratro che dovrà essere del tipo a “trazione meccanica” e a “condotta automatica”. Infatti, una volta regolato l’attacco e messo a punto l’aratro in lavoro, questo segue la trattrice mantenendosi costantemente corretto nella direzione di tiro, senza alcun intervento. Gli aratri meccanici non hanno le stegole perché in nessun caso il conducente può influire sulla conduzione dello strumento, salvo nel caso in cui, una vota giunto all’estremità del campo, deve sollevare il versoio per trarlo dal terreno, agendo mediante una fune, sull’apparecchio di sollevamento dell’aratro. Avrò modo di tornare su questo argomento riportando le istruzioni per la regolazione che si trovano nel libro “L’aratro” di G. Gennari, edito a Roma nel 1944 (appena riesco a far funzionare lo scanner!).

Per ora chi vuole e chi può, prenda nota delle date del 16, 17 e 18 settembre: il venerdì 16 per portare il veicolo con attrezzo a Milzano per la “punzonatura”, il 17 sabato per registrare l’aratro durante il giorno e per arare la sera, il 18 che è domenica, per festeggiare.

Il regolamento, che ricalcherà quello della scorsa edizione, sarà reso pubblico prossimamente.

 

 

CORTEMAGGIORE OK

Bella manifestazione quella di Cortemaggiore di quest’anno. Serena si batte (e ha tutto il nostro sostegno), per offrire una variegata presenza di trattori senza opprimere coi noti e stranoti testacalda. Questi c’erano eccome, ma intramezzati ad altri altrettanto interessanti.  I trattori Trebo, per esempio sono del tutto sconosciuti e un collezionista piacentino ne ha portato addirittura 3 della mezza dozzina che possiede. Da segnalare una buona presenza di Same degli anni Cinquanta, un Bubba UT6 di un improbabile colore rosso vivace e un Porsche di un rosso stavolta troppo scuro, entrambi dello stesso proprietario che deve avere qualche problema cromatico…Gente molta attratta anche da una esposizione di prodotti gastronomici di prima grandezza. Da notare che ogni esposizione faceva parte a se nel senso che non c’erano mescolanze: il cibo da una parte, i trattori storici dall’altra, le mucche dall’altra ancora. Il vedere era una scelta e di ciò si spera che ne tengano conto chi sta per organizzare le prossime feste.

Da mettere a punto sono ancora i cartelli sia come testo che come supporto. Forse il prossimo anno…

 

RIMBOCCARSI LE MANICHE!

Le scrivo per chiederle notizie riguardo un trattore che un mio amico ha appena acquistato del quale, dopo varie ricerche, non siamo riusciti a trovare traccia né di questo mezzo né della casa costruttrice.

Quello che noi sappiamo sono solo le seguenti informazioni:

- Trattore Gandolfi Marziano 23/35 HP del 1957.

- Motore bicilindrico VM verticale raffreddato ad aria.

- Colori: cofano e parafanghi gialli, carro e motore rosso.

- Sul laterale del carro c'è scritto in fusione: Gandolfi, Castel D’Argile (BO).

Il cambio è costituito da due leve e non ha il bloccaggio del differenziale.

Avrei piacere di avere notizie riguardo la storia del trattore e della casa costruttrice, numero di esemplari prodotti e qualsiasi informazione in suo possesso in modo da poter dare una storia a questo mezzo.

Ringrazio in anticipo per la collaborazione, rimango in attesa di una sua risposta qualunque sia.

Luca Balduini

 

Caro Luca, la mia risposta è che devi rimboccarti le maniche e darti da fare per trovare ciò che cerchi. Castel d’Argile non è lontano da casa tua. Consulta l’elenco del telefono e chiama tutti i Gandolfi che trovi chiedendo loro  se possono aiutarti nella tua ricerca della storia del costruttore. Trovato l’uomo giusto (e io so che c’è), chiedi di andarlo a trovare portandogli le foto del trattore per poterlo identificare. Parlagli e lascialo parlare; prendi nota scrupolosa della date per le quali ti farai uno specchietto con i relativi modelli. Qualche domanda: da dove provengono i Gandolfi? Perché a Cento, poi Castel d’Argile?  Cosa c’entra Carassiti?

Se hai qualche dubbio, sai dove trovarmi. In bocca al lupo!