Le pagine di William Dozza

30/09/03

GLI ARGOMENTI DEL MESE.

Settembre mese ozioso e anch’io mi sono adagiato .
testa-calda ( o teste calde!).





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Settembre mese ozioso e anch’io mi sono adagiato
Settembre è il mese più bello dell’anno. Il gran caldo è finito, arrivano le prime lievi pioggerelline (mi perdonino quelli di Massa), il sole scalda ma non brucia, la natura si prepara al sonno invernale. Per me è il mese dell’ozio. Tant’è vero che non ho preparato con la medesima sollecitudine il testo per questo sito, che sarà, proprio in onore all’ozio, breve e privo di fotografie. Forse sarà anche più bello come lo sono telegiornali in occasione degli scioperi dei giornalisti: brevi e senza quelle immagini viste già un centinaio di volte. Settembre, mese dell’ozio; l’ozio è il padre dei vizi. Vi siete mai chiesti chi sia la madre dei vizi? Rifletteteci su e sappiatemi dire: forse insieme riusciremo a fare luce su uno degli enigmi più nascosti del pensare umano. Settembre, le feste sono agli sgoccioli. Mi è sembrato quest’anno che fossero un po’ più fiacche. Non posso dirlo con certezza perché non ho statistiche. E’ solo una sensazione, oppure sono io che non mi sento appagato di ciò che vedo perché sono cose che ho già visto e come me tanti appassionati le hanno già viste. Di gente fuori dal giro se ne vede ma sono convinto che si tratti di “guarda e fuggi”. Anche perché mi rendo conto che non si fa nulla per stimolare la loro curiosità affinché tornino l’anno prossimo. O vadano a vedersi un’altra manifestazione. Bene o male le manifestazioni si assomigliano tutte: raduno, sfilata, trebbiatura quando c’è, piadina o risotto o crescentine secondo la regione, poi…tutti a casa. Per progredire bisogna cambiare. Come? A saperlo! Alcuni mesi fa, sempre su questo sito, ho sostenuto le ragioni della cultura: spieghiamo alla gente che cosa stanno vedendo inquadrando il soggetto che sia un trattore, una trebbia, una pressa, l’aratura e via dicendo. Alcuni club lo hanno fatto, ma non tutti sono in grado di farlo e li capisco. Penso alla mostra o festa monotematica come faceva il mai abbastanza compianto don Leandro Paini: la festa degli Orsi, quella della Fiat, della Landini, dei Bubba, della Same, della Motomeccanica, delle carioche, degli Om, e di tanti soggetti: basta mettersi attorno a un tavolo e pensarci. Altri temi potrebbero essere il petrolio dell’anteguerra o del dopoguerra, gli anni cinquanta, gli americani degli anni Trenta e via di seguito. Se qualche associazione vuole iniziare un discorso del genere, sono disponibile a dargli una mano per quanto riguarda il supporto storico - tecnico.

testa-calda ( o teste calde!)
Verso fine mese ricevo La Manovella che, per chi non lo sapesse è una bella rivista, organo dell’ASI- Automotoclub Storico Italiano.
Sfoglio e vedo un articolo:
La “testa-calda” in mezzo ai campi.
Il successo del motore, semplice ed affidabile, in campo nautico, ha dato lo spunto per una applicazione nel campo dei trattori - al GAMAE, federato ASI, il compito di divulgare tecnica e origini”
La firma è di Renzo Nicolini, vice presidente del Gamae.
Mi dico: finalmente La Manovella si occupa di trattori! E mi metto a leggere soddisfatto.
Non lo avessi mai fatto! Nelle prime due righe si parla di pescherecci e a me i pescherecci mi puzzano di pesce. Infatti leggo la solita solfa del motore inventato da Bolinder nel 1893. Se non bastasse poi ti ritrovo il dottor Ugo Marani di Fabbrico che va a Parigi nel 1900 dove compra e si porta a casa un Bolinder per dar modo a Giovanni Landini di “studiarlo, migliorarlo e riprodurlo”… Mi sono cascate le braccia e quant’altro. Ma è possibile che dopo quasi tre anni che è uscito il mio libro sul testacalda dove c’è tutto, ma proprio tutto: nomi e cognomi degli inventori; mese, anno e numero del brevetto, e tutto il resto che ci va dietro, è mai possibile che qualcuno si diverta ancora a giocare (Umberto Bossi direbbe “a sparare cazzate”), su dei fatti che tutto il mondo conosce e riconosce (non per merito mio perché io ho solo messo in fila le ricerche che altri avevano fatto). Che poi queste “chiacchiere da osteria dopo parecchi quartini di Lambrusco”, vengano pubblicate sulla rivista ufficiale dell’ASI, questo mi sembra eccessivo. O no? Una cosa che non posso tacere perché mi ha fatto andare fuori dai gangheri è stato il presentare Giovanni Landini come un ritardato mentale. Giudicate voi: il primo testacalda Landini comincia a costruirlo dopo il 1910 (lo scrive Fontanesi a pag 15 della storia della Casa). Dal 1900, anno di arrivo a Fabbrico del motori Bolinder, sono passati ben 10 lunghi anni. Secondo voi Giovanni Landini era così imbranato da metterci dieci anni per “studiarlo, miglioralo e riprodurlo”?
Per me no.

Ci leggiamo a ottobre!