Le pagine di William Dozza

20/03/03

GLI ARGOMENTI DEL MESE.

Parigi Sima
Club Lanz de France
Can - can
Novità sulla storia del testacalda
Landini L55 e basta



PARIGI SIMA
A Parigi, ogni due anni, in alternanza con Verona, ha luogo il SIMA, Salone mondiale dei fornitori dell’agricoltura e dell’allevamento”. Quest’anno erano 115 mila metri quadrati di stand e 1350 espositori provenienti da 39 paesi. E la gente, quanta gente, soprattutto giovani e non erano tutti scolari o studenti, ma gente che la terra la lavora o ha intenzione di lavorarla (in Francia il governo offre delle notevoli agevolazione per che intende dedicarsi alla agricoltura).
Sembrava di essere al Motor show! Macchine? di tutti i tipi e di tutte le dimensioni. Trattori? la novità più eccitante era il ROC, un veicolo da 350 cavalli con un peso di 6430 chilogrammi costruito a Rimini, macchina che ha stupito tutti per la sua versatilità e la sua nuova filosofia di lavoro.
Mi fermo qui. Per me i trattori diventano “trattori” quando hanno superato la cinquantina! Figuriamoci questo che è appena nato!

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CLUB LANZ DE FRANCE
Andando in giro per il salone ho visto e rivisto collezionisti francesi e i loro club primo fra quali il Club Lanz de France, un organismo che raduna alcune centinaia di appassionati. Il Club organizza manifestazioni culturali di alto spessore, partecipa ad alcune manifestazioni specializzate e, ogni due anni, si trova al Sima per mostrare qualche bel pezzo, per vendere cataloghi, libretti, pezzi di ricambio eseguiti ex novo, magliette e via dicendo. Allo stand quest’anno erano esposti 7 trattori fra i quali un solo Lanz, perché i francesi non vogliono essere, nonostante il nome, estremamente monotematici; hanno la testacalda in fronte quello si, ma non disdegnano di allargare la visuale oltre i confini.
Ecco l’elenco dei trattori esposti al Club Lanz de France:
· Fowler, che è un cingolato su meccanica del Marshall, anno 1952;
· Hanomag modello R 40, diesel del 1942;
· Massey-Harris Pony, del 1951;
· Vierzon testacalda modello 402 del 1954;
· Percheron testacalda 35 cavalli del 1953;
· Lanz D 1506 55 cv del 1952;
· Someca super 4 del 1963.
Come si vede si tratta di un giardinetto ben assortito per marca e per nazione. Per chi non lo sapesse, il Someca è un modello “italiano” in quanto il costruttore fa parte della Simca a sua volta di proprietà di Fiat. Dotato del motore OM 37 cavalli, si dimostrò affidabile, longevo e permise alla casa torinese di entrare con decisione sul mercato francese dove oggi è ancora ben piazzata.
Mi sento di fare una critica: mancava un depliant o una brossura che racchiudesse la storia essenziale di ogni modello, una sorta di depliant illustrativo storico come quelli che i produttori realizzano per la loro merce; il Club vende cultura ed è giustificato che questa cultura venga portata a domicilio per promemoria o per fare nascere nuovi appassionati.
Quando nel 1984 la Camera di Commercio di Brescia mi chiese di esporre qualche trattore per l’Agrimat di quell’anno, io chiesi come unico compenso la stampa di 5 mila depliant che illustrassero con testo e foto i trattori esposti. Ovvio che le foto erano i mie cosi come il testo era mio e a distanza di quasi vent’anni mi vergogno ancora di quel testo pieno di errori. Ma non avevo fonti affidabili e nessuno con cui confrontarmi; allora ho imparato a non fidarmi di nessuno e a controllare sempre. Nel 1992 la IP-Italiana Petroli espose nel proprio stand alla fieragricola di Verona 12 miei trattori (sempre a titolo gratuito) e io approntai un depliant che fu stampato in migliaia di copie. Purtroppo conteneva alcuni errori e ancora oggi vedo con tristezza riviste e siti internet riproporre quegli errori: stupidamente non citano la fonte e non vengo coinvolto, ma io lo so e, credetemi, ci soffro. In fondo io avevo copiato il Gamae che all’Eima di Bologna distribuiva una elegante e ricca brochure, ricca anche di errori a non finire. Il libro della mostra di Reggio Emilia del 1997 fu un disastro e fui costretto a correggere un centinaio di errori che Fontanesi pubblicò in Epoca trattori come foglio a parte da aggiungere al libro.


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Percheron 35 cv


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Someca Super 4


CAN - CAN
Tornando a Parigi, ho visitato un paio di stand dove, appassionati di materiale agricolo d’epoca, non potendo sopravvivere con i compensi dello scrivere, hanno aperto delle boutique dove vendono, con l’aiuto della moglie e dei figli, magliette, poster, libri e modellini. Sono fortunato: non ho figli da sostenere; ho una moglie a dieta strettissima (non ha ancora capito che gli falsifico i dati del colesterolo!), ho un cane che ho istruito ad andare per galline negli allevamenti del vicinato, che sono tanti e nessuno se ne accorge, per cui la pentola è sempre piena e, quando è vuota, vuol dire che piena è la pancia!
A Parigi ho portato il mio cane a vedere il “Can - Can”. Erano anni che lo avevo promesso ed erano anni che mi tormentava. Finalmente! Diciamo che la cosa gli è piaciuta anche se mi ha fatto notare che, con un po’ di peluria addosso, la cosa sarebbe venuta meglio. Io gli ho spiegato che le ballerine usano depilarsi completamente perché gli ammiratori li desiderano così. Lui mi ha risposto che non capiva quelle ballerine: si tolgono i loro peli per poi mettersi addosso peli di altre specie tipo visone, zibellino, ermellino e altri ancora. Gli ammiratori che acquistano il pelo morto, sanno cosa perdono rinunciando al pelo vivo?
Ho lasciato perdere, e nel complesso ci siamo divertiti. Parigi è sempre Parigi: vuoi metterla con Verona?

NOVITA’ SULLA STORIA DEL TESTACALDA
Domenica 9 marzo sono stato invitato dagli Aratori del Po a Quingentole a tenere una conferenza sull’origine del trattore testacalda. Nelle ricerche che ho condotto, ho trovato parecchie cose interessanti che modificano alcuni punti finora considerati storicamente accettati e in particolare ho trovato che non è stato Lanz a costruire il primo trattore testacalda ma lo svedese Muntkell. Sto raccogliendo le fotografie che pubblicherò su queste pagine appena possibile.

LANDINI L 55 E BASTA!
A qualcuno è venuto un coccolone. Senza il Landini 55B molti hanno detto che non sarebbero sopravvissuti. Un amico si è buttato dalla finestra tra l’indifferenza e anzi con l’incoraggiamento generale affinchè si togliesse finalmente dai piedi. Purtroppo era al piano rialzato: nemmeno una storta!
Ho incontrato Fabio Freddi a Quingentole che mi ha detto che in realtà A e B erano sigle usate dalla Casa. Ha poi cominciato un discorso per convincermi ma io l’ho subito fermato dicendomi disposto a cambiare parere di fronte ad una documentazione e non a delle chiacchere.
Ho parlato anche con Amos Fontanesi che è l’autore del volume storico “dal 1884 Landini”, dove a pag. 96 si legge: “Al modello L 55 A …fa seguito il modello L 55 B…”. Fontanesi mi conferma però che A e B sono due sigle aggiunte in seguito, sigle che non appartengono alla terminologia della Casa.
Qualcuno vuole aggiungere qualcosa?

DALL’AUSTRALIA
Un lettore australiano che mi ha letto sul sito, mi ha interpellato per conoscere la storia del Condor, motore costruito a Milano dai fratelli Guidetti negli anni ’50. Sto raccogliendo materiale per rispondere esaurientemente.
Che forza questi Piacentini! E che soddisfazione apprendere che dall’altra parte di Moniga del Garda c’è uno che sfoglia, legge e ti affida un suo sentimento, ti fa partecipe di una sua curiosità; è come avere un “fratello di tastiera”.
Grazie fratello Ron, a suo tempo avrò anch’io delle cose da chiederti sui trattori australiani.