GLI ARGOMENTI DEL MESE.
Agosto, mese corto.
L’aratura di Quingentole.
La festa di Valmilana.
Ricambi per trattori storici.
Il colore del Balilla.
Hurlimann Petrol .
AGOSTO MESE CORTO
Dicono agosto ha 31 giorni. Non è vero! Ne ha molti meno. Non saprei dire ma si tratta al massimo di una decina o giù di lì. Nei primi giorni cominciano le ferie: non suona il telefono, cercate qualcuno ma non c’è, i fornitori sono chiusi. I giorni sono lunghi e non passano mai. Poi si decide anche noi di andare al mare, in montagna, al lago, oppure in giardino a fare niente: l’erba non cresce per via che sono mesi che non piove e il sindaco ha vietato l’uso dell’acqua, salvo per cucinare e pulizia personale. Lo sciacquone è fuorilegge ma tollerato.
L’aria è talmente rovente che anche i testacalda si rifiutano di mettersi in moto: sono anziani e hanno saputo dalla televisione che sono “a rischio”. In Francia sono morti 10 - 15 mila anziani. In Italia i vecchietti cadono a decine ogni giorno come in Iraq da quando la guerra è finita. Un altro paio di mesi così e l’Inps tornerà in attivo e non sarà necessario rivedere le pensioni. Con gran sollievo per i sopravvissuti.
E così, non facendo niente di niente, un bel giorno ci si accorge che siamo al 24. Scrivo queste note e faccio la somma: il giorno tre ero a Valmadonna; ne mancano 7 giorni alla fine, 3 più 7 fanno 10. Quindi agosto ha 10 giorni. Chi non avesse compreso il conto, mi scriva: gli invierò una e-mail di 57 pagine per dimostrarlo.
Cosa è successo in questo scampolo di mese, sommando pure la metà di luglio? Poco e tanto: ho visto Quingentole, sono stato a Valmilana, ho ascoltato qualcuno che si lamenta per i prezzi troppo alti dei trattori (“dove andremo a finire?”. Finiremo che pagheremo di più e basta. Siamo o non la nazione che ha l’inflazione più alta d’Europa?).
“Così non si può più andare avanti”, mi dice qualcuno.
“Da qui non si può più tornare indietro”, mi ripete qualcun altro.
Stiamo fermi e aspettiamo. Che cosa? Ma la pioggia, porca miseria! Milioni di persone aspettano il brutto tempo (la pioggia) come la più bella cosa che gli può capitare! Com’è cambiato il mondo se è vero com’è vero che la più bella cosa che si desidera è una cosa che viene definita da secoli come il BRUTTO tempo. La colpa è di Berlusconi: se il suo fosse un “governo ladro”, pioverebbe, come dice il proverbio. E’ invece è talmente radicalmente e profondamente onesto che non solo non piove, ma siamo addirittura alla siccità!
Cosa ci resta da fare? Aspettare. Aspettare che si metta a piovere. Facendo il tifo per Silvio!
QUINGENTOLE
La gara di aratura di Quingentole migliora di anno in anno. Terreno omogeneo, veicoli propri, tanta voglia di fare le cose per bene sia da parte degli organizzatori che dei partecipanti. Bar e ristorante funzionanti, un paio di banchetti per modellini e documentazione. Una ottantina di trattori con il solito eccesso di testacalda. Penso che sia giunto il momento di mettere in atto qualche piccola messa a punto perché di questo passo Quingentole rischia di morire per eccesso di benessere. Potrebbe finire per esempio che cominceranno in molti a dire ciò che alcuni mi hanno risposto quest’anno al mio invito di andare insieme: ”E’ due anni che ci vado ed è sempre la stessa minestra”, dove per “minestra” bisogna intendere macchine! Non si può dargli torto ed è un campanello di allarme al quale bisognerà prestare orecchio e riflettere perché l’osservazione non riguarda solo Quingentole, ma tutte le feste che da anni si ripetono nello stesso modo (la sfilata, l’aratura, la trebbiatura) con le stesse macchine. Gli organizzatori dovranno arrivare ad “invitare” le macchine a partecipare. Le macchine dovranno essere scelte per raccontare qualcosa, al fine di coinvolgere gli spettatori persuadendoli che ciò che vedono oggi non lo vedranno mai più. Perché il prossimo anno la scelta riguarderà altre macchine attraverso le quali verrà illustrato loro un altro aspetto della storia della meccanizzazione agricola.
Tornando a Quingentole, a mio avviso sarebbe opportuno valorizzare i cingolati (ce n’era uno), i semicingoli (nessuno), le 4RM, il petrolio, distinguere le ruote in gomma e quelle in ferro e accettare l’iscrizione di un solo trattore per ogni modello, arrivando anche a dare premi di partecipazione in denaro per fare fronte alle spese di trasporto. Alla storica Mille Miglia automobilistica vengono accettate meno della metà delle le domande di partecipazione ed è per quello che la manifestazione è diventata così ambita e famosa! Alla partenza delle Mille Miglia c’è qualcuno che illustra ogni macchina, la sua storia e il suo equipaggio. E i padri ci portano la famiglia perché è una festa dove si impara ogni volta sempre qualcosa.
Diciamo poi che bisognerebbe premiare il trattore con una fascetta (qualcuno ricorda quelle anteguerra delle biciclette?), o una piccola targa (con modello e matricola) da applicare al veicolo a testimonianza storica dell’avvenimento (Mi dite dove finiscono le fusioni, le coppe, i diplomi che si ricevono in queste occasioni?). Insomma bisogna cambiare altrimenti c’è il rischio che i soliti quattro gatti, tra qualche anno diventino tre poi due e via dicendo. Lo dico a Quingentole perché mi sembrano i più ricettivi, i più svegli e anche quelli con più voglia di fare.
Per chiudere su Quingentole, non capisco e non capirò mai perché gli organizzatori non abbiano il coraggio (non voglio dire una altra parola che sarebbe offensiva) di chiedere di non appendere il cartello davanti al radiatore. In questo caso la richiesta combacia con la praticità: il cartello toglie aria al radiatore! Cavoli! di fronte al una prospettiva del genere qualsiasi trattorista dovrebbe rabbrividire. E se qualcuno continua a metterlo proprio lì, gli auguro di fondere, anzi, di affondare! E così sia!
VALMILANA
Valmilana è un simpatico villaggio turistico con albergo, piscine, camping e altro, situato a una decina di chilometri sulle colline di Alessandria. Angelo Zunino è l’organizzatore della festa che ogni anno cambia contrada (prima Valmadonna, poi Pavone) e quest’anno direi che ha raggiunto il massimo per ambiente e partecipanti. Prima di vederne il perché, suggeriamo al bravo Zunino di istituire per la prossima edizione, un premio riservato al trattorista che si presenterà vestito con gli abiti nello stile del periodo della macchina che guida. I riferimenti si possono trovare nelle foto di un tempo e non è difficile realizzare in casa qualcosa di consono al fine di entrare ancora più profondamente nella storia. Il sasso l’ho lanciato.
Torniamo ad esaminare il perché Valmilana si può considerare la migliore delle feste di quest’anno.
L’ambiente era un campo di quasi un ettaro a lato del quale si trovava un altrettanto vasto pioppeto affinché gli spettatori avessero una ombra ristoratrice e questo è stato, credetemi, il massimo per quei primi giorni di agosto.
Il campo, in aperta campagna, era posto a lato del complesso turistico Valmilana al quale ci si poteva rivolgere per i generi di conforto e dal quale uscivano i clienti richiamati dalla “musica” dei trattori (nei campi i trattori non hanno quel il rumore fastidioso che si sente tra le case della città).
Le macchine erano una cinquantina tra le quali alcune storicamente molto interessanti tipo gli Schluter
o una Ruston della fine del 1800, raro esempio di macchina ancora integra e funzionante. Giovanni Zanassi che è il suo accompagnatore, l’ha parcheggiata all’ombra e non se l’è sentita di metterla sotto alla trebbia col caldo che faceva, poverina!
Rimarchevole una Fiat perfettamente restaurata dal suo fortunato possessore, fortunato due volte perché è anche il proprietario del campo.
Ottima cosa è coinvolgere gli amministratori locali. In questo caso ecco il sindaco di Alessandria; sissignori, è quella bella ragazza che si vede nella foto con alle spalle una trebbia Biagioni da 60 con tre scuotipaglia di Carlo Trevisan.
Clou della giornata la trebbiatura in grande con un treno Orsi che l’ottimo Rastelli conserva magnificamente e che ha sistemato sud - sud ovest dietro nostra richiesta, per agevolare la riuscita delle fotografie. Notare il pubblico all’ombra! E’ che a quel pubblico che il sottoscritto ha spiegato passo passo cosa stava succedendo dentro quella grande macchina rossa.
E’ da piccoli che bisogna coltivarli. Il bravo Maino ha portato la sua scuderia dei mini testacalda che fa sempre un certo effetto vedere e sentire. In questo caso ha acconsentito ad un piccolo che da mezz’ora faceva “la ruota”, di sedersi alla guida. Da come l’infante “smanettava”, c’è da giurare che un “fanatico” per il futuro ci sarà ancora!
RICAMBI PER GLI STORICI
Il Maino, che teneva officina a Spinetta Marengo dove vendeva e assisteva le Motomeccanica, è oggi in pensione e si diverte a raccogliere e a riprodurre parti di ricambio per trattori storici. Da lui è possibile trovare tra l’altro i volanti in ferro per i Landini, i portacalotta, i tappi dei radiatori e i collettori di scarico per Landini e Orsi; pulegge, sirene, porta fanali, teste, marmitte e chi più ne ha più ne metta.
Il telefono è 0131.618198
IL COLORE DEL BALILLA
Mi scrive un “piccolo Collezionista” chiedendomi quale era il colore dei Balilla che uscivano dalla fabbrica.
Spiacente ma non so rispondere in modo serio.
La pubblicità e i giornali d’anteguerra che ho visto sono tutti in bianco e nero.
L’unico depliant a colori che conosco riguarda il modello B50: il veicolo e completamente verde scuro e le ruote sono rosse. Ma non è il Balilla!
Per il Balilla bisogna fare alcune considerazioni
-la produzione continuò per oltre 10 anni durante i quali successero molte cose: una guerra; il cambio di proprietà della azienda e il susseguirsi di vari dirigenti al vertice.
-un periodo della sua vita coincise con una grave penuria di materie prime tra le quali alcuni componenti delle vernici.
-il costruttore era mentalmente un grosso artigiano che badava più alla sostanza che all’apparenza. E gli acquirenti idem!
Dopo aver riflettuto su questi fatti, cosa fare? Il mio suggerimento in questi casi (e ce ne sono tanti), è quello di cercare il colore originale laddove può essersi conservato (vicino ai tappi dell’olio, sotto i serbatoi, nelle giunzioni, eccetera - un buon meccanico sa dove guardare) e rifarlo con le dovute cautele (attenzione all’invecchiamento: ogni colorificio che si rispetti ha un suo strumento adatto alla bisogna). E’ quasi impossibile riverniciare un trattore con una tinta diversa e sfuggire agli occhi di un esperto!
Per concludere faccia il suo trattore del colore che, dai fatti, risulta originale. E se lo ha già pitturato, sappia che, sulla base della esperienza altrui, esisteva un trattore proprio di quel colore!
Per quanto riguarda il modello venduto in Francia dall’Alfa Romeo, anche quella pubblicità era in bianco e nero!
Mi spiace non poterle dire di più, ma non sono abituato a sparare stupidaggini, e non voglio cominciare proprio adesso.
In bocca al lupo!
HURLIMANN PETROL, NON DIESEL
Vi ricordate “l’Hurlimann Diesel con le candele” esposto all’Eima che Arvedo Franchi di Forlì ci aveva segnalato? Esaminando i modello appartenente al museo della Same, abbiamo visto che la scritta sulla calandra non è Diesel ma “Petrol”, quindi giusta. Era il nostro lettore che aveva sbagliato a leggere!
Aggiungiamo un curioso aspetto tecnico. Quel motore fu presentato nel 1946 in versione petrolio e un anno dopo in versione Diesel. Chi voleva trasformare il suo motore a petrolio in un motore diesel, secondo Hurlimann, poteva farlo benissimo perché era “sufficiente cambiare qualche pezzo”!
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